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I Lucani

Verso la fine del V secolo a.C., una fase di grandi trasformazioni segna i territori dell'Italia meridionale. Gruppi di stirpe osco-sannita, provenienti dall'area centro-italica, si trasferiscono dalle montagne alle pianure costiere e occupano le città greche di Poseidonia e Cuma. Muovendosi dal Tirreno si organizzano e, lentamente a ondate successive, prendono il controllo della parte interna della Basilicata. Nasce così, nel corso del IV secolo a.C., quella che le fonti antiche denominano -grande Lucania-, divisa dopo il 356 a.C. in Lucania e Bruttium. Secondo Strabone, i Lucani sono retti da un regime democratico, mentre, in caso di guerra, viene scelto un re (basileus) tra coloro che detengono cariche pubbliche. In costante conflitto con le colonie greche, i Lucani organizzano il proprio territorio con un sistema insediafivo, basato su insediamenti fortificati di altura. Lungo le vallate fluviali una fitta rete di fattorie controlla la base economica di queste comunità. Alle precedenti colture cerealicole, si affiancano ora nuove produzioni (vite, ulivo); l'allevamento di ovini e bovini è testimoniato dalla presenza di stalle, annesse alle fattorie. I luoghi sacri, oltre ad assolvere ad una funzione religiosa, costituiscono un polo di aggregazione politica e di scambi economici. Alcuni santuari sono venerati da tutte le genti lucane, come Rossano di Vaglio, e assumono, di conseguenza, un carattere federale. Altri, come Armento, sono riferiti a un singolo comparto territoriale; altri ancora esercitano il proprio ruolo, in relazione a singoli abitati o gruppi di fattorie (Satriano, San Chirico Nuovo e Ruoti). Eracle, per le sue virtù eroiche, è il dio per eccellenza delle genti lucane. Mefite è la dea delle sorgenti, in grado di guarire e di costituire un collegamento con il mondo dei morti e con gli dei celesti.

Autore: Cartello affisso nel paese

 

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